Un modello funzionante e replicabile

Analisi scientifica

Vista la portata del progetto sono stati introdotti strumenti di monitoraggio in grado di studiarne scientificamente gli effetti, con valori certi e verificabili che ne attestino l’importanza.
Tra le importanti iniziative, emerge il contributo richiesto all’Università di Bologna la quale, attraverso professionalità e competenze scientifiche nell’ambito della ricerca, ha analizzato gli effetti che le modifiche degli orari possono apportare alla vita familiare, in termini di benessere e conciliazione del tempo dedicato alla famiglia e allo svago con le attività lavorative.
Un ulteriore ambito di analisi vuole essere quello della produttività aziendale. Si vuole infatti dimostrare che le politiche di conciliazione lavoro-vita, incrementando il benessere e la soddisfazione del lavoratore e riducendo lo stress, conducono ad un incremento dei vantaggi economico-aziendali.

Senza trascurare le ricadute che simili iniziative potrebbero avere circa aspetti legati alla comunità e al territorio, portando all’incremento della socialità e alla condivisione degli spazi pubblici dei territori coinvolti. Questi rappresentano solo alcuni dei tanti benefici del nuovo sistema adottato che, grazie al supporto della ricerca, si intendono esaminare, approfondire e monitorare.
La conclusione del progetto e la sua analisi scientifica permetterebbe la clonazione e diffusione, di tale progetto, in altri ambiti.

Paolo Zurla

Professore Ordinario di Sociologia dell’Università di Bologna

Stefano Bartolini

Professore associato di Economia Politica Università degli Studi di Siena.

Carriera

Paolo Zurla

Professore Ordinario di Sociologia dell’Università di Bologna, afferisce al Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economia. Insegna Sociologia nell’ambito della Laurea triennale, attiva presso il Campus di Forlì e Politica sociale nell’ambito della Laurea Magistrale in Sociologia e servizio sociale, attiva presso la sede di Bologna.
È stato presidente della scuola di Scienze Politiche e del Polo scientifico-didattico di Forlì nell’ambito dell’Ateneo bolognese.
Direttore di “Autonomie locali e servizi sociali. Quadrimestrale di studi e ricerche sul welfare” edito da Il Mulino.

Attività di ricerca e collaborazioni

Tutor del progetto

Nell’ambito delle sue numerose attività di ricerca e collaborazioni scientifiche ha approfondito tematiche particolarmente attinenti a quelle che risultano essere alla base del distretto della felicità:

  • la problematica giovanile in rapporto ai percorsi formativi e all’inserimento lavorativo;
  • l’occupazione femminile e le politiche di conciliazione fra tempi di lavoro e vita;
  • i processi migratori e la questione dell’integrazione sociale;
  • la governance dello sviluppo locale, con particolare attenzione alla trasformazione dei distretti industriali.

Grazie alle sue conoscenze, competenze ed interessi, sarà attivo coordinatore/tutor del progetto di ricerca “Evoluzioni dei sistemi di gestione organizzativa, ricambio generazionale, regolazione dei tempi di vita e di lavoro per lo sviluppo dei sistemi locali di produzione. Innovazioni responsabili del distretto calzaturiero romagnolo nel Clust-ER della Creatività”, di cui saranno via via resi noti i risultati.

Disponibile QUI il suo volume: “Il distretto calzaturiero del Rubicone. Dallo sviluppo spontaneo al processo riflessivo”.

Carriera

Stefano Bartolini

Nell’ambito scientifico del progetto, va riconosciuto anche l’apporto dell’Università di Siena, in particolare, in merito al contributo del Professor Stefano Bartolini, Associato di Economia Politica Università degli Studi di Siena.

Teorie economico-sociali

Il promotore

Grazie ai suoi studi ci si è potuti basare su teorie economico-sociali che testimoniano che la proiezione futura del distretto della felicità ha basi tecnico-scientifiche affidabili. Di particolare importanza a questo fine è stato il contributo derivante dal suo manuale “Manifesto per la felicità. Come passare dalla società del ben-avere a quella del ben-essere”. Disponibile qui.

Inoltre, venuto a conoscenza in prima persona del progetto grazie al suo ruolo di relatore per una tesi di laurea magistrale sul distretto della felicità, è stato sin da subito un grande promotore di interesse contribuendo anche con un’intervista per il giornale “Il Fatto Quotidiano”.
Il nome del progetto nasce dall’influenza che il libro ha avuto sull’ideatore Luca Piscaglia, omaggiando in primis l’autore del manifesto e, al contempo, creando con il termine “felicità” un collegamento diretto col fine del progetto stesso.

Viviamo in paesi ricchi, ci siamo affrancati dalla povertà di massa e abbiamo accesso ai beni di consumo, all’istruzione, alla sanità, a una vita più lunga e sana. Eppure ognuno di noi avverte nell’aria il serpeggiare di un’insoddisfazione diffusa, di un malessere e un disagio psicologico che si esprimono in una dolente e ostinata litania: la mancanza di tempo…E a mancare è prima di tutto il tempo delle relazioni con gli altri, sacrificate sull’altare del benessere materiale, che conosce due soli imperativi: lavoro e consumo…Ma davvero per divenire più ricchi economicamente dobbiamo per forza essere poveri di relazioni interpersonali, di benessere, di tempo, di ambiente naturale?

Chi ha aderito

PROTAGONISTI

Società, imprese ed aziende evolute, che sono sempre pronte a rinnovarsi dinnanzi ad ogni nuova sfida.