Una ricetta per la felicità

Più coesione sociale, più relazioni, più tempo per la famiglia e per fare quello che ci piace. È questa la ricetta della felicità?
Che ci sia o meno una formula, è certo che il benessere materiale non ha mantenuto le promesse, e anzi ci ha resi più insoddisfatti. Un malessere che deriva da una cattiva gestione del tempo lavorativo e da un impoverimento delle nostre relazioni affettive e sociali.

Sono questi, in sostanza, gli assunti dell’economia della felicità dell’economista e docente Stefano Bartolini, ispiratore dell’iniziativa “Il distretto della felicità”.

È infatti dal suo libro “Manifesto per la felicità” che Luca Piscaglia, consulente del lavoro, ha preso le idee per concretizzarle in un
progetto che mette al centro il lavoratore e i suoi reali bisogni.

Il Fatto Quotidiano del 26 gennaio 2019 presenta il caso di San Mauro Pascoli e del distretto della felicità come “un modo per rivoluzionare la vita collettiva e individuale”.
E in effetti c’è un che di rivoluzionario laddove consuetudini e retaggi storici vengono sostituiti da un modello di società che dà valore alla persona e al lavoratore, modificando gli orari di lavoro e sincronizzando la vita dei cittadini, in modo che tutti riescano a occuparsi degli impegni extra-lavorativi, a godere di tempo libero, famiglia e hobby.

Da alcune ricerche economiche è emerso che un ritrovato benessere del lavoratore ha effetti più che positivi sulla produttività. Insomma, anche le aziende possono beneficiare di un modello che vede il lavoratore prima di tutto come una persona, anche se persiste ancora la convinzione del tutto fuorviante su una produttività che sarebbe legata all’alto livello di stress.

Dopo una serie di resistenze, all’inizio dell’applicazione del progetto, i lavoratori del distretto adesso non riescono più a immaginare una giornata lavorativa diversa da come è stata impostata.
Motori di questa “piccola grande svolta”, come scrive il Fatto Quotidiano, le donne.
Luciana Garbuglia, Sindaca del paese che ha dato i natali a Giovanni Pascoli, racconta della risolutezza delle operaie, della convinzione di un necessario cambiamento complessivo dell’organizzazione del lavoro
e del paese.

E tante sono le testimonianze di operai ed imprenditori che stanno convincendo i comuni limitrofi – Savignano sul Rubicone e Gatteo – ad accogliere l’iniziativa.

Per la Sindaca c’è ancora molto da fare, ma sicuramente San Mauro Pascoli rappresenta un modello di economia sociale alternativa virtuosa. Un’economia basata sulla felicità può davvero cambiare la vita di molte persone!